I dati del primo semestre del 2024 confermavano una tendenza allarmante: a Roma, il gioco d’azzardo – in particolare nella sua versione online – ha divorato oltre 4 miliardi di euro, coinvolgendo un numero crescente di persone di ogni età ed estrazione sociale. Milano non è da meno, ma è Roma a guidare questa triste classifica, con conseguenze devastanti: famiglie disgregate, giovani dipendenti, imprenditori ridotti sul lastrico e un esercito di sovraindebitati che hanno perso case, patrimoni e attività.
Un’emergenza sociale invisibile, che non distrugge solo la persona ma l’intero tessuto relazionale attorno a lui. Il passaggio dal gioco fisico a quello digitale ha aggravato il fenomeno: l’accesso immediato, l’anonimato e la falsa percezione di controllo hanno trasformato smartphone e computer in slot machine sempre attive.
La nostra risposta è stata il servizio NON CI RIGIOCO, attivo sempre per chi soffre di Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) e sta cercando un percorso strutturato per riconquistare la propria autonomia. Un percorso che si struttura sul Progetto Uomo di don Mario, che si basa sulla Persona e sulla comunità terapeutica come strumento di crescita.
Ogni utente riceve un progetto riabilitativo personalizzato, calibrato sui suoi bisogni specifici e sulla sua storia personale. Il servizio accoglie anche persone con comorbidità psichiatriche, previa valutazione della predisposizione alla vita comunitaria. L’équipe multidisciplinare – composta da psicologi, educatori, assistenti sociali e professionisti sanitari – lavora in sinergia con figure tecniche e amministrative per garantire un supporto a 360°.
In questi giorni vi racconteremo di più di questo nostro servizio, ma se sapete di qualcuno che ha bisogno di aiuto non esitate a contattarci alla mail: ceisingioco@ceis.it