Vogliamo aiutare il recupero dei ragazzi con problematiche di droga e alcol formandoli all’artigianato utilizzando materiali di recupero.
Sappiamo che se una persona lavora bene non avrà problemi a trovarsi o inventarsi un lavoro.
Si tratta di un’attività di gruppo su base volontaria, i partecipanti sono persone con attitudine alla creatività per esperienza vissuta che, affiancati da specialisti, hanno l’opportunità di imparare facendo (OJT on – the – job training : attività volontarie sviluppate in Toyota per la risoluzione di problemi).
Con questa idea, all’esterno, una volta trovato un accordo con i responsabili del Ceis, non mi è stato difficile coinvolgere le prime aziende per partire (lo scopo è di sviluppare, tra gli opinion makers chiave, un accordo circa le attività in generale e i principali passi da seguire. – Bryson: Strategic Planning for Public and Non Profit Organizations).
Klopman, Arken e Sogo ci hanno dato gratis i tessuti, gli arredi e i componenti in gomma. Successivamente si sono aggiunte la DSA per la lamiera da taglio laser, Center Glass per il vetro e Nuova Siret per la gommapiuma.
Oltre alle aziende amiche abbiamo i negozi amici dove abbiamo cominciato a portare i pouf in tessuto e gomma e dove porteremo le gondole illuminate con led. Uno di questi è Maffucci Moda di Colleferro dove Itala sta pensando per noi il posizionamento del prodotto.
Le parole dei partecipanti al gruppo di lavoro sono indicative del livello di motivazione. Ad esempio Danilo dice: ‘è un progetto valido in una prospettiva futura di inserimento nel mondo del lavoro’. Pierluca aggiunge: ‘aumentiamo le nostre potenzialità e creatività. Cresce così l’autostima per indirizzare, con una prospettiva migliore il proprio futuro. Tutti insieme possiamo aiutarci a migliorare e progredire come ci insegna la vita in comunità.’ ‘vorrei sapere dove andranno a finire i nostri prodotti’ aggiunge Emanuele ‘visto che è un lavoro fatto da noi, meritiamo la soddisfazione di sapere come andranno utilizzati’.
La settimana scorsa abbiamo portato, alla Center Glass di Genzano, un carrello, realizzato dal gruppo, in lamiera da taglio laser ed inserti in gomma; loro lo utilizzeranno per accantonare il vetro di sicurezza che avanza dalla fase di taglio. Con questo vetro ci eserciteremo, con l’aiuto di un esperto del settore, nella molatura e foratura. Secondo Sarah ‘un ex tossicodipendente ha la possibilità di riabilitarsi scegliendo di essere utile grazie all’acquisizione di manualità artigianale seguita ed insegnata da vari esperti che volontariamente scelgono di sostenere quest’iniziativa; noi con volontà ed energia riutilizziamo e reinventiamo nuovi accessori da vendere’.
Il progetto così si autoalimenta di persone che danno una mano per acquisire competenze artigianali. E’ questo il caso di Giuliana e Carmela di Isolcagi, esperte nella cucitura di tessuti tecnici, che stanno insegnando la cucitura a macchina. Secondo Carmela ‘c’è tanto da lavorare, al fianco dei ragazzi, per raggiungere obiettivi ambizioni come farsi un mestiere’. In effetti non è facile cucire bene a macchina o realizzare degli inserti in metallo per arredi che siamo presentabili e vendibili in un negozio. E’ proprio il lavoro che stiamo facendo per renderli vendibili che valorizza il progetto e crea nel gruppo di lavoro la coesione e la motivazione all’impegno necessario. Le aspettative sono sicuramente alte e l’atto di partecipare è volontario (perché ciascuno possa elaborare delle motivazioni interne l’atto deve essere realizzato da una persona libera – Joule – Beauvois). Ciro dice: ‘siamo qui per recuperare la nostra vita, con questo progetto vogliamo ravvivare materiali che ormai la società considera inutili. Rivalutiamo il nostro futuro’. E’ previsto, prossimamente, un focus con gli specialisti del settore arredo negozi dove presentare i nostri prodotti e ricevere indicazioni. Ci andremo già con dei prototipi utilizzati nei negozi amici, rappresentativi di questo settore di mercato. Vitek, un meccanico polacco, ospite del centro, che non ha aderito al progetto, ha detto: ‘è un modo per avere persone che lavorano gratis’. Sono contento che lo abbia detto perché ha avuto il coraggio di dire quello che molti pensano quando sentono parlare del progetto. In realtà non è così. Tutti gli artigiani coinvolti farebbero, nello stesso tempo, dieci volte la produzione che i ragazzi fanno e sicuramente ad una qualità superiore. In più, dopo un anno circa di lavoro, la persona esce dal centro. Praticamente quando è in grado di produrre per noi lo perdiamo.
Articolo di Donato Chimisso