Amsterdam ha avviato una grande campagna di informazione sui pericoli delle droghe leggere e pesanti. Nei mesi scorsi sono morti tre turisti e altri 20 sono stati ricoverati in ospedale in gravi condizioni. È subito scattato un piano d’allarme e nel giro di pochi giorni nei punti centrali della città sono apparsi maxi-schermi elettronici con notizie e aggiornamenti costanti in inglese. Sui cartelloni alla scritta «attenzione:morti tre turisti per uso di eroina venduta come cocaina» ne è succeduta un’altra in cui si consiglia ai giovani di allontanare gli spacciatori, con indirizzi utili cui rivolgersi in caso di abuso di sostanze stupefacenti. Vengono anche distribuiti volantini con indicazioni su come intervenire se una persona sviene per strada, o qualinumeri chiamare se si sospetta che qualcuno sia sotto l’effetto della droga.
Se l’eroina bianca viene scambiata per cocaina e inalata può portare alla morte per blocco delle vie respiratorie. Ecco perché era necessario avvertire itanti turisti che arrivano per le vacanze in questo Paese pensando che sia ancora, come in passato, il “paradiso della droga” ignorando che non è più così. Molti coffee-shop sono infatti stati chiusi dopo che vi si era infiltrata la criminalità organizzata, rendendo vano lo scopo per cui erano stati creati – tenere lontani i giovani dalle droghe pesanti- mentre quelli rimasti aperti sono sottoposti a norme e a controlli molto rigidi. Quando gli olandesi, in generale tolleranti, si accorgono che non vengono rispettate le regole diventano severissimi. Adesso nei coffee-shop possono entrare solo i residenti o chi ha un per messo di soggiorno a tempo illimitato. I Comuni possono decidere se accettare o no coffee-shop nel loro territorio, mentre se chi sta uscendo dal paese viene trovato in possesso di droga rischia sino a 3 anni di prigione come dal 1° marzo anche chi coltiva cannabis a livello industriale.
Ma perché questo passo indietro nei confronti dello spinello “libero”? Perché le recenti statistiche sul consumo di droghe “leggere” hanno mostrato dati preoccupanti: l’uso di queste sostanze nei giovani olandesi fra i 15e i 25 anni è doppio rispetto alla fascia dei 25-44enni ed è otto volte più alto del gruppo fra i 45 e i 64 anni. Un recente rapporto del Ministero del la Sanità rivela che negli ultimi anni è aumentato fra i giovani anche l’uso di ecstasy e di Ghb (la “droga dello stupro”). Il Ghb a basse dosi può causare euforia, aumento della socialità e del desiderio sessuale, ma in quantità elevate funge da anestetico creando dipendenza fisica e psicologica, con effetti devastanti: allucinazioni, nausea, disturbi della vista durante le crisi di astinenza. Altro grave pericolo sono le centinaia di festivale party di massa dove i ragazzi entrano a contatto con la droga pesante. Nel 2013 si calcola che vi abbiano preso parte 21,5 milioni di persone, fra cui molti italiani, tedeschi, danesieinglesi. Nel 2009 il 39% dei giovani arrivati al pronto soccorso dopo queste maxi-feste manifestavano sintomi da intossicazione di varie combinazioni di droga (spesso associata ad alcool), nel 201 il dato è salito al 62%. Non deve quindi stupire che l’0landa abbia fatto marcia indietro rispetto al sogno della “droga libera”.
Hashish e marijuana, oltre a farmaci come sonniferi sedativi (tipo Valium), sono venduti in dosi più elevate e nocive. E’ stato inoltre appurato che se usate sin da adolescenti queste sostanze portano psicosi, con un incremento dal 6 al 10% rispetto a chi non ne fa uso. Sono aumentate anche le depressioni, le malattie infettive (in conseguenza dell’abbassamento del sistema immunitario) – persino il cancro ai polmoni. L’ecstasy può provocare danni maggiori in combinazione con antidepressivi, farmaci utilizzati per infezioni da Hiv e col Viagra. Ma grazie alla massiccia campagna di informazione e prevenzione in cui si è impegnato il Ministero della Sanità insieme ad altri enti pubblici e privati, il numero di morti per droga è risultato relativamente basso rispetto adaltre nazioni, anche se c’è stato un aumento nel corso degli anni: nel 2012 sono morte per overdose 68 persone e le 3 vittime dell’ecstasy sono salite a 7 nel 2014. Ecco perché l’iniziativa dei maxi-schermi messa in atto dalla capitale lancia un messaggio di forte impatto a protezione dei più giovani.
fonte: Avvenire del 12/08/2015 – Maria Cristina Giongo