Per l’assistenza impegnati i volontari unitalsiani e i ragazzi delle comunità di recupero
ROMA – Si chiama “Un’estate al lago” l’iniziativa promossa dal Centro Italiano di Solidarietà di Don Picchi e dall’U.N.I.T.A.L.S.I. (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) di Roma e dal Progetto Bambini di U.N.I.T.A.L.S.I. nazionale per le persone disabili delle periferie romane che dal 10 luglio al 20 luglio 2014 potranno letteralmente fuggire dal caldo della città per rifugiarsi nella splendida “Casa del Sole” sul lago di Castel Gandolfo.
Per la prima volta oltre ai volontari unitalsiani ci saranno anche i ragazzi delle comunità terapeutiche del CEIS che assisteranno le oltre 40 persone disabili (adulti e bambini) che prenderanno parte all’iniziativa.
La Casa del Sole è il luogo dove negli ultimi anni della sua vita don Mario Picchi ha trascorso le sue vacanze, e dal mese di luglio aprirà le sue porte per un progetto pilota e innovativo che per la prima volta abbina il volontariato ad un progetto di recupero di giovani dalle dipendenze.
Per dieci giorni oltre alle attività ludiche e ricreative si alterneranno visite al vicino Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo, al lago e ai centri storici dei Castelli romani.
“Fare rete oggi è necessario – spiegano congiuntamente Roberto Mineo, presidente del CEIS e Alessandro Pinna, presidente di UNITALSI Roma – per potenziare le nostre risposte per fronteggiare il disagio sociale e l’emarginazione”.
“Per questo – proseguono Mineo e Pinna – la nuova iniziativa è un numero zero per dare una nuova prospettiva alle persone disabili che vivono a Roma e che spesso non si possono permettere di andare in vacanza e quindi di fuggire dal caldo che ormai sta raggiungendo temperature elevate. Tutto questo senza un solo euro dalle amministrazioni pubbliche”.
“Abbiamo aderito – spiega Emanuele Trancalini, responsabile nazionale del Progetto Bambini per U.N.I.T.A.L.S.I. – a questo progetto perché siamo convinti che sia un unicum in tutto il nostro Paese che abbina il volontariato a favore dei bambini e il recupero dei giovani dalle dipendenze. Mi auguro che questo modello possa essere replicato anche nelle altre città italiane”.