Per la prima volta tutte le Comunità terapeutiche italiane si ritrovano insieme in un workshop che si è svolto oggi, a Roma, presso la Sala Polifunzionale, Presidenza del Consiglio dei Ministri, per presentare il Progetto Comunitalia: “Verso un modello nazionale delle Comunità Terapeutiche” e per riflettere sullo stato di salute del sistema integrato pubblico privato di contrasto alle dipendenze.. L’incontro è stato l’occasione per una valutazione del percorso svolto nei suoi primi anni di vita. Nella fase di avvio l’associazione ha goduto della spinta propulsiva del Dipartimento per le Politiche Antidroga, che ha facilitato la costituzione dell’Associazione e ne ha finanziato l’attività di analisi del sistema gestionale ed amministrativo delle Comunità Terapeutiche. Il workshop ha consentito di presentare i primi dati raccolti e di formulare così le prime proposte di miglioramento del sistema di trattamento dei comportamenti dipendenti.
Nota dolente della giornata la clamorosa assenza del rappresentante Stefano Marson del coordinamento tecnico della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni, visto anche il largo anticipo dell’organizzazione del programma della giornata e dell’invito a partecipare.
Pur rimanendo difficoltoso il rapporto tra le regioni e le comunità terapeutiche, questo primo atto pubblico vuole segnare la volontà di costruire relazioni costruttive nel rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini anche per ciò che concerne la cura delle dipendenze.
L’art. 1 del d.lgs. n. 502/92, aggiunge all’espressione “livelli essenziali” l’aggettivo uniformi, a testimonianza della volontà di eliminare diseguaglianze nella fruizione dell’assistenza sanitaria nelle varie aree del Paese, nel campo della cura per le dipendenze le differenze sono enormi e ricadono pesantemente sul diritto di cura dei cittadini utenti, violando il principio di uguaglianza sancito dalla Carta Costituzionale.
I dati raccolti dimostrano inequivocabilmente come vi sia una notevole difformità, nel campo dei servizi privati per le dipendenze, non solo nei budget destinati alla cura e riabilitazione, ma anche nell’individuazione dei criteri di riferimento del sistema (accreditamento, autorizzazioni al funzionamento) e della retta giornaliera.
La confluenza del fondo nazionale per le tossicodipendenze in quello indistinto per le politiche sociali ed il conseguente abbandono delle politiche territoriali di prevenzione ed inserimento lavorativo, ha generato una complessità maggiore nella gestione delle problematiche sociali correlate alla dipendenza. Il recente inserimento tra i LEA del gioco patologico, le questioni legate alle tematiche carcerarie, l’irrisolta questione delle “nuove” emergenze (internet, social network, sesso, disturbi alimentari, ecc.), sono tutti temi che rendono ancora più evidente l’assoluta inadeguatezza delle risorse investite.
Le proposte avanzate da Comunitalia, tese ad impegnare il futuro Governo sul tema, sono:
(1) Istituire un tavolo di confronto interregionale permanente, con la partecipazione del Dipartimento per le Politiche Antidroga, finalizzato a superare le diversità di applicazione dell’accordo Stato Regioni e dell’Atto di Intesa, con particolare riferimento ai criteri di accreditamento ed autorizzazione al funzionamento, a garanzia dell’uniformità dei LEA su tutto il territorio nazionale.
(2) Garantire in ogni Regione le risorse necessarie al mantenimento del sistema si cura e riabilitazione (pubblico e privato), calcolato in almeno l’1,5% del budget assegnato dalle Regioni alla Sanità Regionale.
(3) Consentire il mantenimento e l’implementazione dei percorsi educativi e di prevenzione attraverso la reintroduzione del finanziamento che faceva capo al Fondo di Lotta alla Droga o almeno parte di esso, oggi drammaticamente confluito nei fondi della L.328, anch’essa tutt’oggi non applicata uniformemente in tutte le regioni.
(4) Definire un minimo standard per le rette da garantire su tutto il territorio nazionale, calcolato sulla base delle reali necessità in relazione ai criteri minimi di accreditamento ed alle specificità dei diversi servizi.
Fonte droghe.aduc.it
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