La famiglia non è perfetta, non lo è mai stata e mai lo sarà. Ma è l’istituzione fondamentale della convivenza, la sede naturale dell’amore, dell’affetto, della comprensione, dell’accoglienza, delle relazioni umane per una crescita sana della psiche, del fisico e del cuore di ogni uomo e donna.
Rapidamente, negli ultimi decenni sono accaduti fatti epocali per la storia della famiglia. Il modello patriarcale si è dissolto, riducendosi a nucleare, non più organizzato su tre generazioni, per poi divenire spesso monogenitoriale. I ruoli prima distribuiti in modo chiaro sono stati rimescolati. Si è allungata nettamente la vita media con l’aumento degli anziani. I giovani in difficoltà nel mondo del lavoro e nell’autonomia economica tendono a restare in casa dei genitori. Soprattutto, sono aumentate le famiglie spezzate da separazioni e divorzi, e poi ricomposte in nuclei misti, apparentemente allargati ma sovente somma di tante solitudini che non possono ricreare l’autentica famiglia; convivenze, unioni omosessuali, matrimoni considerati a tempo, cioè provvisori, fin dal loro stabilirsi iniziale.
E poi le tensioni sociali e psicologiche che si scaricano nei rapporti famigliari creando situazioni gravi di stress. Le nuove tecnologie e le nuove modalità educative che mettono in crisi il rapporto pedagogico tra genitori e figli (come tra insegnanti e allievi). E la povertà crescente per una fascia sociale ampia, che rende più difficile la conduzione di una vita normale e frena i giovani nel formare una nuova famiglia.
E’ vero, però, che molte novità possono essere viste anche con grande soddisfazione. In gran parte della società il benessere è ben più diffuso che in passato. Alcune malattie non sono più mortali come un tempo. La tecnologia aiuta in ogni campo. I figli mandati a morire in guerra sono fortunatamente un numero bassissimo. La donna, in genere, non è più schiava e limitata al compito pur grandissimo, fondamentale, di mamma e di moglie, ma ha trovato opportunità lavorative e nuove responsabilità nella partecipazione alla vita sociale con pari dignità rispetto all’uomo.
Insomma, di fronte ai grandi cambiamenti della storia c’è spesso un iniziale spavento ma anche la consapevolezza di un progresso favorevole all’uomo.
Il punto è: come non lasciarsi travolgere dai nuovi fenomeni bensì riuscire a governarli?
fonte: il delfino n.2/2010